Home  
History
Archaeology
Recipes
Photo Gallery
**********
**********
News
Bulletin
S. Cataldo
Links
Vernacular
IL TEMPO
15 ottobre 1963

Scoperto il luogo dove sorgeva Ecetra la citta' volsca distrutta dai romani

La zona e' nella piana del fiume Sacco a circa tre chilometri da Supino Ritrovato un vasto mosaico, numerose monete e varie sculture
Occorre compiere razionali scavi nei dintorni.

Con la scoperta di un mosaico di eccezionale valore storico ed artistico, ben pochi dubbi rimangono ormai qui a Supino che Ecetra, l'antichissima e valorosa citta' volsca, rasa al suolo dai romani per punizione, sorgesse nella vasta piana del fiume sacco, nella zona Privito, a circa tre chilometri dal centro abitato. Il grosso mosaico (ha per ora dimenzioni di due metri per due ma gli scavi per portarlo alla luce sono appena iniziati) scoperto ieri da due giovani amatori di archeologia viene infatti ad unirsi alla necropoli e ad una infinita' di altri preziosi ruderi, statuine, anfore ed oggetti vari trovati sinora nella zona.

Il fatto singolare di quest'ultimo ritrovamento, che ha richiamato nella lacalita' Cona del Popolo centinaia e centinaia di curiosi, e' che esso si trovava quasi in superfice, non oltre trenta o quaranta centimetri di profondita'. Il terrreno in quel punto e' un prato che, a quanto ci e' stato assicurato, non e' mai stato arato. Diversi anni fa, un contadino provo' a conficcare la vanga nella terra, ma rinuncio' quasi subito alla fatica, quando si avvide che l'arnese incontrava qualcosa di duro e di impenetrabile.

Nell'anteguerra, poi, furono molti i contadini che in tutta la campagna circostante rinvennero voluminose ed artistiche anfore di rame o di altro metallo, che si affrettarono a far sparire per tema di perquisizioni...dall'alto. Poi le monete.


Ne furono trovate addirittura a centinaia un po' dappertutto e di epoche diverse: dal quarto secolo avanti Cristo al tardo impero romano.

Ma i primi sospetti che quelli fossero i resti di Ecetra, cominciarono a sorgere quando il parroco della chiesa di Santa Maria, don Egidio Schietroma, confrontando le antiche monete con i disegni riprodotti sui testi della storia dell'arte, si accorse che quelle monete di rame e di altra lega richiamavano alla memoria l'incomparabile arte etrusca. Ora e' noto che prima ancora della fondazione di Roma i Volsci che abitavano queste terre ebbero molteplici contatti, non solo commerciali, con gli etruschi assimilando da loro non poco di quella civilta' ancor ogi portata a mo' di esempio.

Cosi' quando venne alla luce un bronzo di piccole proporzioni riproducente un guerriero, fu subito inviato a diversi studiosi di arte antica per averne un giudizio.

Il dr. Belloni, conservatore dei musei d'arte del castello sforzesco di Milano, affermo' che quel bronzetto doveva risalire senza dubbio ad epoca compresa tra il terzo e quarto secolo e che era opera di artisti locali.

Tanti ritrovamenti, conservati oggi presso la locale stazione dei carabinieri o nella stessa parrocchia di S. Maria, destarono l'interesse di due giovani, Roberto D'Arolfi di diciannove anni studente del quinto anno di ragioneria ad Anagni ed Ernesto Carbonelli di venticinque anni elettricista a Colleferro.


I due domenica mattina, armatesi di picca e badile, hanno cominciato a scavare in un prato di proprieta' della parrocchia di S. Benedetto, ma coltivato dal colono Cataldo Corsi, nei pressi di alcuni vecchi ruderi. Ed i fatti hanno dato loro pienamente ragione. Proprio all'ombra di due querce secolari, infatti, e' venuto fuori il mosaico forse riproducente il dio Nettuno armato di tridente che guida una quadriga. Il mosaico, nero su sfondo bianco, ha una purezza di linee, una stilizzazione delle figure, che lascia addirittura incantati.

I due giovani, quando hanno visto che la loro scoperta superava ogni piu' rosea immaginazione, hanno sospeso gli scavi affrettandosi ad avvertire i carabinieri. Naturalmente ora si e' in attesa che giuncano sul posto funzionari e tecnici della Sovraintendenza alle Belle Arti che continuino a scavare con tutte le dovute precauzioni per portare alla luce il mosaico nella sua intierezza e nella sua integrita'. Si ritiene, comunque, che in quel luogo sorgesse il tempio di qualche divinita' e che a breve distanza vi fosse una fonte votiva, come dimostrano i resti di un antichissimo acquedotto ed il fatto che in quel punto siano state trovate monete di tutte le epoche. Don Egidio Schietroma, che ha compiuto studi abbastanza profondi sulla zona, e' sicuro che in epoca posteriore alla distruzione della citta' di Ecetra, patrizi romani abbiano costruito sulle rovine della bellicosa roccaforte volsca, le loro ville.

Da qui deriverebbe la necessita' di scavare abbastanza profondamente per riportare alla luce non solo i resti di queste ville, ma anche, e soprattutto, le testimonianze dell'antica citta' volsca che lo stesso Tito Livio indicava in luoghi abbastanza vicini a Ferentino. Naturalmente spetta ora all'amministrazione comunale di Supino svolgere l'azione necessaria perche' gli scavi siano portati a termine e perche', ove davvero tornasse in superficie quanto rimane di Ecetra, il luogo sia dichiarato di interesse turistico nazionale. Perlomeno cercare di ottenere i finanziamenti statali per la costruzione di un piccolo museo ove custodire i non pochi cimeli d'arte rinvenuti sinora. In tutti e due i modi il piccolo centro ciociaro ricaverebbe benefici non indifferenti.


 
 
   
  
 DRIVEN &
SUPPORTED
Toronto internet marketing, web promotion services